Decreto Legislativo 125/2024: Nuovi Obblighi di Rendicontazione di Sostenibilità per le Imprese Italiane
Il panorama normativo italiano in materia di sostenibilità aziendale ha subito una significativa evoluzione con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 125 del 6 settembre 2024. Questo decreto, che recepisce la Direttiva (UE) 2464/2022 sulla Rendicontazione Societaria di Sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD), sostituisce il precedente Decreto Legislativo n. 254/2016 relativo alla dichiarazione di informazioni non finanziarie (NFRD). Le nuove disposizioni introducono obblighi più stringenti e dettagliati per le imprese, con l’obiettivo di migliorare la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni di sostenibilità comunicate al mercato.
Soggetti Interessati dal Decreto 125/2024
Il Decreto amplia significativamente la platea di imprese obbligate alla rendicontazione di sostenibilità. Non sono più coinvolte solo le grandi imprese, ma anche le piccole e medie imprese quotate, le società madri di gruppi di grandi dimensioni e le succursali e società figlie di società madri extra-UE che superano determinati livelli di fatturato nel territorio dell’Unione Europea.
In particolare, le imprese di grandi dimensioni e le PMI quotate sono tenute a includere, nella relazione sulla gestione, una sezione dedicata alle informazioni necessarie per comprendere l’impatto aziendale sulle tematiche di sostenibilità. Questo implica una rendicontazione dettagliata non solo delle attività proprie dell’azienda, ma anche della catena del valore, comprendendo prodotti, servizi, rapporti commerciali e la catena di fornitura.
È previsto che le grandi imprese e le PMI quotate possano essere esentate dall’obbligo di rendicontazione individuale se le informazioni richieste sono già riportate nella rendicontazione consolidata di sostenibilità della società madre. Tuttavia, tale esenzione non si applica alle società di grandi dimensioni i cui valori mobiliari siano negoziati su mercati regolamentati italiani o europei, sottolineando l’importanza attribuita alla trasparenza per le imprese che operano su mercati finanziari pubblici.
Contenuto degli Obblighi di Rendicontazione
Il Decreto 125/2024 specifica in modo dettagliato le informazioni che le imprese devono fornire, con un’attenzione particolare a vari aspetti legati alla sostenibilità. Le aziende devono descrivere il proprio modello di business e la strategia aziendale, evidenziando come queste siano orientate alla sostenibilità e come integrino le considerazioni ambientali, sociali e di governance nelle decisioni operative e strategiche.
Devono inoltre definire gli obiettivi temporali connessi alle questioni di sostenibilità, indicando le tempistiche e le metriche utilizzate per misurare i progressi. È fondamentale illustrare il ruolo e le competenze degli organi direttivi riguardo a queste tematiche, dimostrando l’impegno del management nell’implementazione delle politiche di sostenibilità.
Le politiche aziendali adottate in questo ambito devono essere esposte chiaramente, insieme all’esistenza di sistemi di incentivazione legati al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Questo aspetto evidenzia come le imprese siano chiamate a integrare la sostenibilità nei meccanismi di remunerazione e incentivazione del personale, favorendo comportamenti coerenti con gli obiettivi dichiarati.
Un elemento cruciale riguarda il processo di due diligence implementato dall’impresa per individuare e gestire i principali impatti negativi, potenziali o effettivi, derivanti dalle sue attività e dalla catena del valore. Questo processo deve essere descritto in dettaglio, evidenziando le metodologie utilizzate per identificare i rischi e le azioni intraprese per mitigarli.
Le aziende devono anche analizzare i principali rischi per l’azienda relativi alla sostenibilità, comprese le dipendenze dalle questioni sostenibili, e spiegare le modalità di gestione di tali rischi. Questo implica un’analisi approfondita delle vulnerabilità dell’impresa in relazione a fattori ambientali, sociali e di governance, e delle strategie adottate per affrontarle.
Per i primi tre esercizi di rendicontazione, qualora non fossero disponibili tutte le informazioni relative alla catena del valore, le aziende possono omettere tali dati, a condizione che forniscano una spiegazione degli sforzi intrapresi per ottenere le informazioni mancanti, delle ragioni alla base della mancanza e dei piani futuri per ottenerle. Questo approccio graduale riconosce le sfide associate alla raccolta di dati lungo l’intera catena del valore, offrendo alle imprese un periodo di transizione
Modalità di Rendicontazione e Standard Europei
La rendicontazione di sostenibilità deve avvenire secondo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), adottati dalla Commissione Europea con il regolamento delegato (UE) 2023/2772. Gli ESRS specificano le informazioni che le aziende devono comunicare, garantendo un approccio uniforme e comparabile a livello europeo.
Gli ESRS sono stati sviluppati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), un organismo indipendente istituito per supportare la Commissione Europea nella definizione del quadro normativo per la rendicontazione di sostenibilità. L’obiettivo è quello di fornire standard chiari e dettagliati che aiutino le imprese a comunicare efficacemente le loro performance di sostenibilità e permettano agli stakeholder di confrontare le informazioni tra diverse aziende e settori.
Un’importante novità introdotta dalla CSRD, rispetto alla precedente Dichiarazione Non Finanziaria, riguarda proprio la tipologia di informazioni da inserire e l’indicazione di requisiti e perimetro di rendicontazione attraverso gli ESRS. Questi standard sono legati agli obiettivi ambientali e ai principi delle Minimum Safeguards contenuti nella Tassonomia europea, assicurando che le informazioni fornite siano coerenti con le politiche ambientali e sociali dell’UE.
Gli ESRS si pongono come criteri unici da seguire nelle fasi di rendicontazione, promuovendo l’uniformità dei requisiti di rendicontazione per tutti i Paesi dell’UE. Si è trattato di un lavoro che ha guardato anche all’allineamento con i principali standard di reporting di sostenibilità in uso a livello globale, come GRI, TCFD, SBTi, CDP o SASB. Questo allineamento mira a evitare incongruenze nella comparazione e a facilitare la compilazione per le aziende, riducendo il carico amministrativo associato alla conformità con standard multipli.
Il compito dell’EFRAG non è ancora terminato, poiché devono essere definiti, entro il 2026, gli standard settoriali. Questi standard forniranno linee guida specifiche per i diversi settori economici, riconoscendo che le sfide e le opportunità di sostenibilità variano tra i settori. Attualmente, all’interno degli ESRS sono stati individuati due standard generali e dieci tematiche specifiche, coprendo un ampio spettro di questioni ambientali, sociali e di governance.
Le imprese sono tenute a redigere la relazione sulla gestione in formato elettronico, come previsto dall’articolo 3 del regolamento delegato (UE) 2019/815, e a marcare la loro rendicontazione di sostenibilità utilizzando la tassonomia digitale XBRL, in conformità con l’articolo 8 del regolamento (UE) 2020/852 (Regolamento Tassonomia). La Commissione Europea ha incaricato l’EFRAG di sviluppare la tassonomia digitale XBRL per il primo set di ESRS, proposta che è stata avanzata all’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (ESMA) e alla Commissione nell’agosto 2024. L’ESMA dovrà elaborare gli standard tecnici regolamentari per l’etichettatura della rendicontazione di sostenibilità, che saranno adottati dalla Commissione Europea attraverso un atto delegato.
Modalità di Rendicontazione e Standard Europei
L’entrata in vigore del Decreto Legislativo 125/2024 rappresenta un passaggio cruciale per le imprese italiane in termini di responsabilità e trasparenza sulle tematiche di sostenibilità. Le aziende sono chiamate a integrare la sostenibilità nella strategia aziendale, adottando processi e strumenti adeguati per la rendicontazione e coinvolgendo tutti gli attori della catena del valore.
Per gli imprenditori, è fondamentale comprendere appieno gli obblighi normativi e prepararsi per tempo all’implementazione delle nuove disposizioni. La conformità alle nuove norme non solo evita sanzioni e criticità legali, ma può anche rappresentare un’opportunità per migliorare la reputazione aziendale, accedere a nuovi mercati e soddisfare le aspettative crescenti di investitori, clienti e altri stakeholder in materia di sostenibilità.
In un contesto in cui la sostenibilità diventa sempre più centrale nelle decisioni economiche e finanziarie, le imprese che sapranno adeguarsi tempestivamente e in modo efficace alle nuove richieste normative potranno ottenere un vantaggio competitivo significativo. È quindi consigliabile avviare quanto prima una revisione dei processi interni, valutare le competenze necessarie e considerare l’adozione di strumenti tecnologici che facilitino la raccolta e l’analisi dei dati di sostenibilità.
La sfida è impegnativa, ma offre anche l’opportunità di ripensare il modello di business in chiave sostenibile, favorendo l’innovazione, l’efficienza operativa e la creazione di valore a lungo termine per tutti gli stakeholder.